Descrizione
L’Inferno
di Dante è un imponente fregio in marmo-resina, costituito da diciotto
pannelli di 2x2,5 mt ciascuno raffigurante tutti i XXXIV Canti della
Cantica Infernale. Un vero nastro narrativo di quarantacinque metri
di lunghezza per una superficie totale di novanta metri quadrati,
presentato
al pubblico per la prima volta dal critico d’arte Vittorio Sgarbi a
Firenze nella Sala Brunelleschi del Palazzo degli Innocenti nel 1995
e realizzato l’anno prima da Mario Benedetto Robazza per dare vita
materica a quella cantica «dove
i fantasmi della colpa e della punizione appaiono come la più
tremenda metafora dei dissidi, dei tormenti e delle lacerazioni
dell’animo umano». L’Artista
è intervenuto sull’opera nella sua fase ideativa e conclusiva: il
fregio è stato infatti preceduto, sia cronologicamente che
esecutivamente, da una serie di disegni in carboncino e dipinti a
olio preparatori, uno per ogni scena raffigurata nei diversi pannelli
che, essendo diciotto nella loro totalità, vedono raggruppati al
loro interno due o più episodi tratti da diversi Canti. Le scene
sono separate tra loro attraverso una grande linea diagonale che
congiunge due vertici opposti di ogni pannello, usata con lo scopo di
creare una scansione sia visiva che narrativa a cui si adegua anche
l’andamento di tutti i personaggi delle diverse scene: questi
infatti, non sono raffigurati stanti perpendicolarmente sul piano
d’appoggio ma inclinati diagonalmente verso destra, probabilmente
con lo scopo di suggerire una loro fluttuazione aerea per ricordare
allo spettatore di trovarsi di fronte a anime e non a corpi,
nonostante le fisicità di ciascun soggetto siano rese con grande
realismo.
La
scelta del materiale compositivo, una fine polvere di marmo
pressurizzata e impastata con un legante plastico quale la resina,
segue le sperimentazioni tecnico-artistiche degli anni novanta. Se da
un lato ha come obbiettivo quello di rendere modellabile e resistente
la polvere di marmo, dall’altra ha anche lo scopo di rendere molto
più leggere, e quindi facilmente trasportabili, le varie lastre. La
pasta di marmo-resina è stata impressa in delle formelle sbozzate
dall’artista in negativo seguendo un precedente modello in gesso di
proporzioni ridotte da lui realizzato sempre nel 1994 come un unico
nastro narrativo di 0,57x17 metri. La risultante del processo sono
pannelli della stessa dimensione delle formelle, su cui i soggetti
trasposti in positivo, dopo la fase di essiccazione, sono stati
rifiniti da Robazza manualmente per conferire loro quella vitalità
emotiva che la sola fase tecnica non avrebbe permesso di
trasferirgli. Il fregio L’Inferno
di Dante rappresenta l’opera cardine della collezione permanente del Museo
Benedetto Robazza: accolto nel cortile esterno di Palazzo Giacci, si
dispiega su tre dei quattro lati di questo, costituendo un
palcoscenico visivo al panorama che caratterizza Rocca Priora come “la
terrazza su Roma”.
Description
Dante’s Inferno is a massive resin-marble frieze, composed by eighteen panels of 2x2.5 m each, representing the whole XXXIV songs of the Infernal Cantica. A unique narrative stripe of forty five meters length with a surface of ninety square meters,