Descrizione
È alla fine degli anni Ottanta del Novecento che il processo di smaterializzazione dei corpi scolpiti da Mario Benedetto Robazza raggiunge l’apice di quel percorso definito da lui stesso come “progressione verso una seconda linea”: nelle opere appartenenti a questo periodo, l’immagine originaria viene stravolta dall’invenzione formale, in un gioco di ritmi, di volute, di pieni e di vuoti, con un esito tale da ricondurre le esperienze e le ricerche dell’artista all’arte astratta. Di questo periodo è anche l’opera marmorea Abbandono, che si inscrive nella produzione artistica robazziana di soggetti femminili dal valore altamente simbolico: la scultura, benché realizzata a tutto tondo, è pensata principalmente per le visioni di profilo frontale e posteriore. Il soggetto principale è un corpo femminile, non caratterizzato nel volto, ma identificabile come tale solo dal corpo dotato di forme sinuose e di seni ben evidenti e avvizzi: la donna presenta gli arti inferiori e superiori già del tutto smaterializzati e compenetrati in un unicuum marmoreo dalla forma circolare che appare come la concretizzazione dell’atmosfera che circonda la figura femminile. In una sorta di rimando alla posa scomposta e patetica della Menade di Skopas, anche la donna dell’Abbandono di Robazza è colta in un movimento repentino durante il quale ella si sta volgendo all’indietro, abbandonandosi - come dichiara il titolo - su se stessa. Afflitta, danzante, estatica, erotica: la donna ritratta da Robazza è la Donna, raffigurata come attraversata in tutti i suoi più disparati sentimenti
Description
At the end of the 1980s the dematerialization of the bodies, sculpted by Mario Benedetto Robazza, reaches its peak and it’s described by the artist as the path “towards a second line”: in the pieces related to this period, the original image is distorted by the formal invention, in a development of rhythms, scrollworks, solids and voids, down to an outcome which brings the artist’s experiences and researchers up to the abstract art. To this period belongs the marble piece The Abandonment, which is part of the robazzian production of female subjects with highly symbolic value. The sculpture, although realized in full relief, is supposed to be observed on both its front and back sides. The main character of the piece is a female body, which, despite not being highly characterized in its face, is made recognizable by the sinuous shapes and the evident wither breasts: the woman presents her upper and lower limbs already full dematerialized and permeated into a marble unicuum in a circle shape, which seems to recall the materialization of the atmosphere that surrounds the female figure. As a sort of reference to the agitated and moving pose of the Menade by Skopas, the woman in The Abandonment, is captured in a sudden movement in which she’s turning back, losing herself - as the title of the piece suggests. Afflicted, dancing, rapturous, erotic: the woman depicted by Robazza is The Woman, portrayed as crossed by all of her different emotions.