"Se vuole scrivere romanzi una donna deve avere soldi e una stanza tutta per sé".
La piccola Virginia (1882-1941) ebbe un'infanzia fatta di lezioni private a casa, rispetto delle convenzioni sociali e benessere ma fu anche tormentata da sevizie e soprusi inflitte dai fratellastri, che presumibilmente furono una causa del disagio psicologico che la accompagnò tutta la vita.
L'accesso illimitato alla libreria del padre fu decisivo per la sua formazione letteraria, che esploderà in una ricchissima produzione solo dopo la morte del padre Sir Leslie Stephen, quando assieme alla sorella Vanessa lascerà la casa natale per trasferirsi nel noto quartiere di Londra Bloomsbury, luogo simbolo dell'incontro proficuo della scrittrice con gli intellettuali e gli artisti dell'epoca e che chiaramente, influenzarono la sua scrittura.
Marguerite Yourcenar riteneva la Woolf una scrittrice di prosa geniale e paragonandola al pittore olandese Vermeer scrisse «per il fascino quasi idilliaco dei colori che rivela lo stesso gusto delle vibrazioni uniche, dei minuti eterni di cui è fatto il mondo di Virginia Woolf, per la magia segreta che impregna le loro immagini, seppure rese con strumenti diversi».
Al colloquio con Freud, entrambi affascinati dalla mente umana, seguì un omaggio allo psicanalista nei suoi scritti, ma le loro conversazioni non seppero attenuare il dolore e le voci, come scrisse nella lettera lasciata al marito prima del suicidio, che si ripresentarono questa volta incontrollabili.
Virginia Woolf ha scritto delle donne e dei loro umori, ne ha delineato tratti ben lontani da quelli del solo angelo del focolare per questo la consideriamo una pioniera. Alla vigilia della seconda guerra mondiale scriverà Le Tre ghinee, un saggio quanto mai attuale sulla condizione della donna nel primo Novecento che a suo avviso, se venisse inclusa nella vita professionale e politica dei Paesi e non relegata alla sola vita casalinga, genererebbe "salvezza".
Su Virginia Woolf nelle biblioteche:
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